Affrontiamo una tematica che da anni sta diventando protagonista indiscussa del sistema fashion: la sostenibilità.
L’argomento è complesso e ricercato, ma cerchiamo di capire come si può rendere sostenibile questa filiera. Un punto di partenza, che affronteremo in questo articolo, è l’utilizzo della materia prima, i tessuti green. Esistono due alternative per definire “green” un tessuto, la prima è generare tessuti da scarti di rifiuti o altre produzioni, la seconda implica il riutilizzo o riciclo di abiti.
L’utilizzo di rifiuti è attualmente molto in auge nella scelta dei tessuti, si creano nylon, lycra, denim, tnt, georgette e tessuti leggeri sintetici per esempio da bottiglie di plastica, il cosiddetto PET , o da reti recuperate dai fondali dell’oceano. Tra i filati innovativi, c’è il Bionic Yarn: ecologico e resistente, deriva dalla plastica riciclata, avvolta intorno ad una fibra di poliestere. Le bottiglie utilizzate vengono raccolte, fuse insieme e divise in fibre. Ovviamente sono prodotti da aziende certificate ed innovatrici dell’industria come per esempio Klopman, azienda leader in Europa nella produzione di tessuti per abiti da lavoro e Carvico, azienda italiana che ha vinto il Global Award for Sustainability e che vanta come prodotto di punta il filo di poliammide Econyl.
Non solo rifiuti ma anche gli scarti alimentari vengono utilizzati per realizzare tessuti. Parliamo di Orange Fiber, un made in italy siciliano che ha realizzato un tessuto di alta qualità dallo scarto degli agrumi. Sempre dal mondo vegetale, esiste anche la Soybean Protein Fiber, una fibra tessile derivante dalla soia post-oliatura. Non solo Soia, ma anche mais per produrre la Corn Fiber, materiale ottenuto dallo zucchero del mais che produce tessuti resistenti all’umidità, al calore e traspiranti.
Questa è solo una parte della macro tendenza della MODA GREEN, un sistema in evoluzione che diventa sempre più consapevole della necessità di preservare il nostro pianeta!
